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Firefly, i Project e l'Ai Act, che cosa ci aspetta? Il recap definitivo!

Aggiornamento: 22 mar

Marzo è arrivato e a breve, lo sappiamo, arriveranno anche tutte le novità (presentate a ottobre al MAX Adobe digital) sulle release dei Project e sull'Image 2 Model di Adobe Firefly. Qui ricapitoliamo a che punto siamo e riflettiamo su cosa ci aspetta, con un ghiotto post pieno di link a ottime riflessioni su Firefly, ma anche sullAi Act e sugli scenari possibili nell'immediato futuro.


 

la pagina html con la home di firefly
È Firefly, avrei dovuto mettere un gattino?

Il tempo è passato e l'acqua sotto ai ponti anche, e ci ritroviamo qui a fare il punto della situazione per quanto concerne Firefly con tutti gli inevitabili - e necessari - cambiamenti nella Creative Cloud che l'implementazione dei framework di intelligenza artificiale generativa ha imposto...



In attesa del prossimo Adobe Summit che parte il 25 marzo!


 

Indice dei contenuti



 



MEGA RECAP! Il punto su Firefly e Adobe.



Parlavamo di cambiamenti , e di cambiamenti ce ne sono stati tanti: in primis, l'inclusione di Firefly nei software Adobe, alle condizioni che erano state preannunciate sin da subito.


Infatti, Firefly è disponibile dal 13 settembre 2023 come strumento integrato nei software della Creative Cloud, in Adobe Express e nella Experience Cloud, esattamente come mamma Adobe aveva anticipato a suo tempo.


Quindi, se ad esempio possiedi un abbonamento a Photoshop, puoi trovare Firefly direttamente in Photoshop, senza aver bisogno di ricorrere al sito di Firefly, che Adobe ha implementato come app stand-alone: quella 'ufficiale' dove provare Firefly, accessibile gratuitamente -con limitazioni- per chi possiede un account Adobe, anche Behance.

schermata home page Firefly Adobe con finestra di accesso o creazione account in primo piano
Voilà! Accedere a Firefly resta comunque semplicissimo

 

Inoltre, Adobe crede così tanto nel futuro dei suoi ambiziosissimi framework di AI generativa da aver rilasciato un piano Enterprise appositamente concepito come strumento polivalente per grandi aziende.



 

E se ti senti vecchiə perché tutto corre troppo veloce aspetta perché non l'ho scritta nemmeno tutta: non è passato infatti molto tempo dal lancio della versione ufficiale del primo modello di Firefly...


Che ne è stato presentato uno nuovo, assieme ad un mastodontico progetto (ormai non più) sperimentale, destinato a cambiare aggressivamente l'uso dei software Adobe di editing stessi: Adobe Image 2 Model e i Project come Project Stardust.


Questi progetti sono parte di ciò di cui sentiremo sicuramente parlare all'Adobe Summit che si terrà a Las Vegas dal 25 al 28 marzo e che potrai seguire gratuitamente online cliccando qui (sì, puoi assistere anche di persona, per la modica cifra di 2095 US dollari per il pass completo).

obi-wan kenobi con in mano una lightsaber azzurra star wars
No Adobe-Wan Kenobi, non QUEL Project Stardust.


Dopo averne annunciato la creazione in occasione dell'Adobe MAX 2023 al Los Angeles Convention center lo scorso 10 ottobre , non è passato molto tempo prima che il nuovissimo modello di Firefly passasse infatti allo status di release ufficiale, assieme a un inevitabile aggiornamento/creazione dei piani tariffari della Creative Cloud, di Firefly for Enterprise e dei crediti generativi di Firefly, disponibili gratuitamente fino al 1 novembre scorso anche per uso commerciale...


Ma le generazioni fino al 1 novembre sono senza garanzia legale di rimborso (:O)



Ora, vediamo meglio nel dettaglio, senza perderci troppo. :)


 


Adobe Firefly Image 2 Model: la spettacolare release



Dicevamo: a sei mesi dal rilascio del primo modello beta di Firefly, Adobe decide che è arrivato il momento di devastare la concorrenza annunciando a metà ottobre il modello Firefly Image 2, visionabile tranquillamente e gratuitamente senza limiti in beta nella stessa web app di Firefly...


Il tempo di un sogno, giusto per farsi l'idea di quanti soldi vorremo sborsare prima dell'annuncio dei nuovi piani di credito della Creative Cloud e del nuovissimo Firefly for Enterprise (per i De' Paperoni in lettura).

Paperon De Paperoni che nuota nel mare di soldi del suo deposito, dietro paperino lo guarda
Il livello di denari probabilmente necessario per Firefly for Enterprise



E Adobe fa le cose in grande sapendo di farle, presentando all'Adobe MAX sì Firefly Image 2 Model come la grande innovazione che è, ma nel contesto ancora tutto da esplorare dell' Adobe Project Stardust, un nuovo motore di editing dedicato all'immagine fotografica, sviluppato proprio grazie all'Image 2 Model.





Si tratta quindi di un'implementazione che va ben oltre il semplice aggiornamento del framework, e anche oltre l'apparente uso finale di Firefly Image 2 model: al momento, Firefly Image 2 è disponibile SOLO sulla web app come framework selezionabile alternativo a Image 1, con l'opzione di utilizzo per la creazione di immagini fotorealistiche, ma come appare evidente lo sviluppo di Image 2 apre a scenari più complessi e polivalenti, che contemplano e compenetrano diversi ambiti creativi, non solo quello della fotografia e della grafica.



 

Di Project Stardust, così come dei vari Project + qualcosa si sa e non si sa: come sempre, quando si tratta di multinazionali è difficile trovare informazioni che vadano oltre i proclami entusiastici o che diano dettagli più approfonditi sul funzionamento 'occulto' di queste tecnologie e di come Adobe pensa di inserirle nei suoi software.


Quello che sappiamo è che ad oggi le implementazioni Adobe più importanti in questi mesi riguardano la mobile app beta di Express comprensiva di Firefly, disponibile gratuitamente (però senza crediti generativi che vanno acquistati separatamente) sia per Android sia per iOs, e l'introduzione di Lightroom e Firefly per il costosissimo Apple Vision Pro.


Il resto è un po' lasciato al caso: alle release che mostrano innegabili miglioramenti nel funzionamento di Firefly nei vari software Adobe si accompagna poco o niente.

Per fortuna, molto viene rivelato da chi ha l'esperienza e la capacità di contestualizzare tutte queste innovazioni nel nostro presente, come ad esempio il nostro teacher Lorenzo Colloreta (che ha curato per noi un corso live su AI e software Adobe con Gianluca Catzeddu, e che cura una newsletter da urlo sulle Ai e non solo che puoi leggere gratuitamente iscrivendoti sul suo sito).

la pagina della newsletter OOH di Lorenzo Colloreta a cui puoi iscriverti cliccando il link correlato
Se non ti iscrivi io sicuramente ti condanno!

 


E quindi non sappiamo quanto o come tutte le novità presentate (tool definiti dalla nomenclatura Project prima del nome, come appunto Project Stardust) trasformeranno i software Adobe che già conosciamo e usiamo tutti i giorni: le informazioni più dettagliate al riguardo sono ovviamente quelle rilasciate da Adobe al MAX e sui canali officiali correlati, con le eccezioni solite di The Verge.


Insomma, da ottobre ad oggi è stata una -relativamente- lunga e oscura attesa, ma siamo certe che sarà l'intelligenza artificiale generativa e i Project di futura uscita a tenere altissimo l'interesse, soprattutto alla luce dell'Ai Act appena approvato.


Al Max del 2023 Adobe ha illustrato 11 di queste innovazioni.

Abbiamo trovato un video che ti aiuta a seguire tutto quello che è stato annunciato durante gli Adobe Sneaks (che ti consigliamo comunque caldamente di vedere) tagliando tutto il resto...


Ok, è barare: è un mega riassunto di tutta la convention :D.

Te lo linkiamo qui sotto, assieme a un po' di risorse e a un prospetto sintetico (ma ricco) dei nomi e delle funzioni presentate per ambito creativo.


È il modo migliore per capire che cosa ci aspetta di qui a poco.



 


Project Stardust e gli altri Project: il futuro proposto da Adobe



Ricapitoliamo con ordine tutti i Project noti ad oggi e le loro funzioni.


 

Project Stardust
: dedicato alla fotografia


Che cos'è Project Stardust?

Se hai cliccato su questo articolo un'idea te la sei fatta già e magari lo proveresti, ma se avessi qualche dubbio sul tecnicismo lo ripetiamo: è un motore di editing dedicato all'immagine fotografica, sviluppato con l'Image 2 Model, ed è il primo assaggio pratico di quello che sicuramente vedremo consolidato a fine marzo.




Project Stardust è quindi un tool dedicato al mondo della fotografia.

Come funziona? Possiamo definirlo un editor object-aware che permette lo spostamento e la rimozione degli oggetti semplicemente cliccandoci sopra...


Ma non solo. Puoi selezionare, modificare ed eliminare elementi in qualsiasi immagine: puoi ad esempio selezionare persone -o animali, o appunto oggetti- in una fotografia e spostarle in un punto diverso della composizione, e modificare lo sfondo dove si trovavano in precedenza con un riempimento generativo. 


Puoi anche modificare elementi di un dato oggetto, come ad esempio il colore di una macchina o di un vestito come hai visto nel video qui sopra, sostituendolo con un altro.

E tutto questo in secondi. Fico eh? Ma non si tratta del solo tool sviluppato da Adobe per il mondo della fotografia.


 

Project See Through


Immagina di dover fare un lavoro di archivio per una fondazione museale, e di dimenticare il filtro polarizzatore a casa: scarichi le foto che hai fatto alle teche, e ti trovi in una gangbang di riflessi che non immagineresti possibili nemmeno se ti buttassero ubriacə in una casetta degli specchi nel peggior LunaPark ammerigano. O nella casa degli specchi del Giardino dei Tarocchi.

Nella foto si vede la casa degli specchi contenuta nel giardino dei tarocchi
Faccelo un salto che è bellissimo!


Un incubo eh? Project See Through è quella cosa che ti eviterà di perdere ore e ore della tua vita togliendo i riflessi a mano come un suppliziante.

Con See Through puoi semplificare enormemente il processo in maniera automatica e veloce, e recuperare immagini altrimenti inutilizzabili, togliendo automaticamente i riflessi di vetri e da qualunque immagine.



 


I Project Audio e Video



Passiamo ora a parlare sinteticamente degli strumenti creati per Premiere Pro e After Effects, a nostro parere tra quelli che saranno sicuramente più impattanti a livello professionale.


 


Project Fast Fill


Restando sempre nell'ambito dell'AI generativa, Fast Fill ti permetterà di intervenire sul contenuto stesso del girato. Come?

Hai girato la tua fiction in esterna e l'arrotino è passato proprio quando Pupetta Marico stava dichiarando al mondo intero che non tiene paura 'e nisciuno, rovinandoti tutto il pathos? No problem AMA.

Manuela Arcuri basita nella sua straordinaria interpretazione di una mafiosa
"Io sono Pupetta Marico e non tengo paura e nisciunooo!!"



Project Fast Fill è un tool che permette la rimozione istantanea di tutti gli oggetti non desiderati nel girato, o addirittura di cambiare elementi del background.


Come puoi immaginare, uno strumento in grado davvero di cambiare le regole del gioco, non solo nelle grosse produzioni ma anche in quelle medio piccole: una marea di soldi risparmiati e di inconvenienti risolti in pochissimo tempo. Ti lasciamo il video degli Adobe Sneaks correlato, vale più di mille parole.



 

Project Dub Dub Dub

Project Dub Dub Dub è senza dubbio uno dei tool più spettacolari da osservare, e forse quello che può scatenare le reazioni più controverse. Al di là di cosa tu possa pensare del doppiaggio -e se sia necessario o meno- e del lavoro di traduzione e adattamento, è uno dei comparti più importanti delle grandi produzioni internazionali.


Ecco, ora immagina di poter ridoppiare automaticamente qualunque video, mantenendo non solo la voce originale di chi parla, ma modificandone anche il labiale in modo che tutto sia perfettamente sincronizzato e naturale.




Proprio così: grazie alle funzionalità generative, una registrazione di qualunque tipo o la traccia audio di un video potranno essere tradotte automaticamente in oltre 70 lingue e 140 dialetti, con la voce dell'oratore originale, allineata temporalmente con il dialogo e pronta per la pubblicazione in minuti, mantenendone timbro, inflessione e caratteristiche originali (in maniera coerente a dire di Adobe).​ Una bomba a mano.

la scena del risotto alle erbette di Alex L'ariete
Finalmente posso ridoppiare Alex l'Ariete in inglese preservando il talento del Tomba.



Scherzi a parte, è qualcosa che può comprensibilmente preoccupare: molti paventano che uno strumento come questo potrebbe far saltare il comparto del doppiaggio cinematografico, e non dubitiamo che certe posizioni industriali, soprattutto quelle tenute da aziende monopoliste (o quasi) siano un po' troppo entusiasticamente spinte verso il taglio di manodopera grazie alle Ai (vero Google?), ma pensiamo che uno strumento speech to speech sia più propriamente utile e orientato alla preparazione di materiale pubblicitario e informativo.


 

Project Scene Change


Project Scene Change è la risposta a una delle più grandi rotture de palle che un video editor possa trovarsi davanti nel momento in cui valuta il materiale e pianifica la sua resa: il compositing tra due video separati in cui le traiettorie di ripresa e movimento sono diverse, e lo fa non solo molto velocemente, ma anche decisamente bene, sincronizzando anche i movimenti di camera e soggetto e rendendoli congruenti.



 

Project Res Up



Ultimo ma non ultimo della lista video, Project Res Up è un tool che converte i video a bassa risoluzione facendola schizzare alle vette dell'alta risoluzione, utilizzando un modello di diffusione allenato sull'upscaling video (ma forse anche qualcosa di più), permettendoti di migliorare la risoluzione e quindi anche di aumentare senza paura le dimensioni di parti di girato eventualmente croppate.


Non solo video però: Res Up migliorerebbe anche la qualità delle GIF!


 


I Project 3D e Graphic Design



Ci siamo quasi a zì, ultimo giro con i Project dedicati al mondo del 3D e a quello del design (interessanti e poliedrici, ma anche vagamente parac*li come tutto il resto).


 


Project Poseable



Project Poseable a detta di Adobe 'rappresenta una svolta nei modelli di generazione di immagini basati sull'intelligenza artificiale', e uffa come te la senti calla signor Adobe!!

Poseable non è software per fare mocap come potrebbe sembrare a prima vista, come ad esempio Plask o Deep Motion o Move Ai, ma un tool utilissimo per i creativi che hanno a che fare con storyboard e modellazione prototipi.


Poseable consente di creare immagini tridimensionali e di modellarne la posa e l'angolo di ripresa della camera usando sia i modelli contenuti in Adobe Mixamo, sia usando immagini da Adobe Stock, comprese le foto di persone reali in posa.

Ovviamente, puoi usare i modelli senza doverti preoccupare di saper fare rigging.



Una volta stabilita la posizione del modello e scrivendo semplicemente nella casella di input di testo il soggetto che vuoi e in che contesto, questo tool è in grado di prendere in considerazione la profondità e la prospettiva di camera, e di riallineare l'oggetto elaborato a seconda di come desiderato.

Un enorme risparmio in termini di tempo e risorse (soprattutto per le aziende).


 

Project Neo



E veniamo finalmente a Project Neo, uno dei pochi project testabili sul sito Adobe (clicca la frase e prova per credere). A che serve è presto detto: Project Neo è rivolto a quella fascia di utenza professionale che si occupa di grafica e design 2D e necessita di incorporare in questi lavori forme 3D semplificate, senza avere competenze tecniche negli strumenti di creazione 3D.


Che siano infografiche, poster o loghi non importa: Project Neo produce di tutto e lo fa permettendo il co-editing collaborativo, accorciando sensibilmente i tempi di lavoro.




 

Project Primrose


E parliamo ora di uno dei progetti più complessi di Adobe e che esula un po' dal comparto esclusivo dei tool legati all'Ai generativa, un progetto che ha fatto decisamente innamorare moltissime persone -tra cui l'attrice Sofìa Vergara ospite a El Hormiguero- e che ha una lunga storia progettuale all'interno di Adobe (e di cui Adobe stessa parla romanticamente qui), tanto da essere stato presentato da solo da Adobe al MAX Japan.




Project Primrose trasforma il concetto di tessuto in una vero e proprio canvas a disposizione del creativo, che può modificarne l'aspetto attraverso visualizzazioni flessibili -sensibili anche al movimento- di trame e tessuti, con un semplice clic. Un lavoro di progettazione hardware e software abnorme.




Questo abito interattivo può offrire infinite possibilità di stile, trovando sicuramente spazio in quello che è il comparto moda, ma può anche prestarsi bene a nostro parere a campagne pubblicitarie di advertising 'su tessuto', essendo prevista la possibilità futura di visualizzare contenuti creati con Adobe Firefly, After Effects, Stock e Illustrator.


Ecco un abito creato or ora dallo stilista Christian Cowan in collaborazione con Adobe.



 

Project Glyph Ease


Ritorniamo nel campo del software tool con Project Glyph Ease, strumento dedicato allo sviluppo e alla personalizzazione del lettering.


Nello specifico, con Glyph Ease puoi semplificare il processo di progettazione dei glifi, ovvero degli elementi specifici del disegno e della forma di ogni carattere, una delle cose a quanto pare considerate più noiose e fastidiose da chi lavora nel settore (è così? Ditemelo voi scrivendomi qui).


E come lo fa?

Tu ti disegni la tua lettera (meglio se due o tre), selezioni, e Project Glyph Ease utilizzerà l'Ai per generare automaticamente un'intera serie di lettere in formato vettoriale che corrispondono allo stile di lettering inserito. 


Nota bene: non solo il testo che ti serve, proprio tutta la serie di glifi nello stesso stile. E tutto questo mantenendo la possibilità di modificare i singoli caratteri.


 


 Project Draw & Delight


Se odi fare schizzi perché non sai disegnare, o non ne puoi più di creare bozzetti con sangue sudore e lacrime che i clienti e/o il capo ti chiedono di modificare continuamente alla velocità della luce, ecco che mamma Adobe arriva in tuo soccorso con Draw and Delight, che ti aiuta proprio nella creazione di bozze anche molto definite, partendo LETTERALMENTE da scarabocchi brutti, permettendoti anche di sperimentare con ogni immaginabile combinazione di palette di colori, variazione di stile e sfondi.



 

Come funzionano i crediti generativi adesso



Fiu, abbiamo finito (quasi) indenni il recap, resta l'annosa domanda che, interminabilmente, ogni annuncio su FaceBook riceve e, forse, merita:

PREZZO?


Eh sì, perché ormai non è decisamente un segreto e abbiamo già visto abbondantemente come sono cambiati i crediti generativi -che non più gratuiti non stop- e la loro gestione.

Cambieranno ancora? Probabilmente sì, ma tutto questo dipenderà dallo stato di avanzamento dei 'lavori' in corso d'opera in casa Adobe.

schermata dei piani tariffari di adobe firefly che ti trovi scritta pari pari qui sotto e meglio
La pagina dei piani tariffari per i frettolosi

Ora, lasciamo un prospetto esclusivamente riassuntivo sui piani tariffari di Firefly. Puoi continuare a usare gratuitamente l'app di Firefly usufruendo di 25 crediti gratuiti in un mese, terminati i quali non puoi fare altro che aspettare si ricarichino, oppure puoi acquistare uno dei piani tariffari previsti.


  1. Quello con l'app Firefly Premium a 5,62 euro al mese, comprensivo di 100 crediti generativi, al termine dei quali puoi usufruire ancora di 2 generazioni di risorse al giorno fino al reset mensile.

  2. Quello in cui Firefly si integra ad uno dei software che hai già nel tuo piano Creative Cloud: 500 crediti mensili, applicabile ad un'app Adobe singola tra quelle disponibili (qui l'elenco) al costo modico di 12,19 euro mensili. Finiti i crediti, Firefly continua a generare, ma più lentamente del normale.

  3. Il piano Mega direttore GalattNO, il piano 'Tutte le app Creative Cloud', offerto in Italia a un prezzo ben più conveniente che negli Usa (SOLO per il primo anno): è il piano più ampio, con 1000 crediti, applicato a tutte le app compatibili con la tecnologia Firefly, a 36,59 euro mensili (DOPO il primo anno diventano 68,12 euro). Finisci i crediti? Come per il piano precedente, Firefly genererà lentamente.



Vale la pena? Non vale la pena? Firefly è un app ancora in fieri il cui uso per la piccola impresa o la singola professionalità va sicuramente contestualizzato come si deve, prima di valutare i piani più impegnativi economicamente, ma comunque ha costi accessibili.


E poi ci sono i piani Firefly for Enterprise, su cui non ci dilungheremo, ma che in un'ottica di media/grande impresa -seppure costosi- saranno sicuramente più performanti (pericolosamente?) economicamente e ancora meno impattanti.


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Intanto, il dibattito continua: le Ai ci stanno togliendo il lavoro? E come?

Inutile girarci intorno: per quanto potenti, le Ai moderne non sono intelligenze artificiali forti (che non esistono, no nemmeno se superano il test di Turing), non sono loro a decidere il come e il in che modo. 'Quelli' sono gli umani.


Ed è inutile anche mantenersi in una posizione pilatesca di 'oggetto e uso che se ne fa': gli interessi intorno alle tecnologie produttive che utilizzano Ai spesso non sono puliti.


 


Intelligenza artificiale e diritto d'autore: l'Ai Act è arrivato(?)



Il 13 marzo scorso è stato approvato all'Eurocamera l'Ai Act e pure con una discretissima maggioranza di voti (523 favorevoli e 46 contrari), un testo che il commissario dell'Unione Europea per il mercato interno Thierry Breton ha definito senza fronzoli in grado di rendere l'Europa addirittura 'uno standard mondiale in materia di Ai affidabile'.


Questo testo, approvato di pari passo al Media Freedom Act, la legge europea per la libertà dei media concepita per proteggere i giornalisti e i media dell’Unione europea da ingerenze politiche e/o economiche, rappresenta un punto necessario di ordine tra quello che è l'uso delle nuove tecnologie (comprese le Ai generative, ma non solo) e il Far West dei diritti violati, che sono potenzialmente tantissimi: dal diritto d'autore (che ha la lobby più forte) ai diritti umani (violazioni della privacy, profilazione ed identificazione dei dati biometrici ecc.). La sua approvazione definitiva ormai è questione solo burocratica.

un manifestante mostra un cartello con scritto free assange
Ci vuole tanto coraggio a parlare di protezione dei giornalisti, cara Europa


Che cosa cambia con l'Ai Act?

Leggendo la nota dell'ufficio stampa sul sito dell'Europarlamento i punti di convergenza sono stati essenzialmente quattro:

  1. Il divieto d’uso dei sistemi di rilevazione delle emozioni nei luoghi di lavoro e nelle scuole e l'utilizzo di software di profilazione in situazioni ad alto rischio, come la selezione delle domande di lavoro. Divieto assoluto di produzione di deepfake senza opportuna segnalazione. Inoltre, saranno vietati i sistemi di categorizzazione biometrica basati su caratteristiche sensibili, e l'estrapolazione indiscriminata di immagini facciali da internet o dalle registrazioni dei sistemi di telecamere a circuito chiuso, la polizia predittiva (ma solo se basata sulla profilazione) e sistemi atti a manipolare il comportamento umano.

  2. Obblighi di valutazione, riduzione del danno, trasparenza e sorveglianza per i sistemi di Ai ad alto rischio, quelli che possono ledere i diritti fondamentali: regolamentazione degli usi legati a infrastrutture critiche-strategiche, istruzione e formazione professionale, lavoro, assistenza sanitaria e altri servizi pubblici e privati (banche, assicurazioni), alcuni sistemi di contrasto della migrazione e di gestione delle frontiere, giustizia e processi democratici.

  3. Tutta una serie di paletti sui modelli di fondazione, il nodo più discusso perché riguarda come i sistemi Ai per finalità generali -e non- vengono allenati, quindi il punto centrale dei diritti d'autore: stati e aziende dovranno soddisfare determinati requisiti di trasparenza e rispettare le norme UE sul diritto d'autore durante le fasi di training, con un'attenzione e obblighi più stringenti per quanto riguarda i modelli più potenti, quelli che potrebbero comportare rischi definiti sistemici.

  4. Le misure di sostegno dell'innovazione delle piccole e medie imprese: i paesi UE si dovrebbero impegnare a 'istituire e rendere accessibili a livello nazionale spazi di sperimentazione normativa e meccanismi di prova in condizioni reali [...] in modo che PMI e start-up possano sviluppare sistemi di IA innovativi e addestrarli'. In summa, per addestrare i modelli di fondazione in modo che funzionino adeguatamente, servono supercomputer ed enormi risorse di dati ed economiche, inaccessibili ad una PMI o start-up. In Europa ce ne saranno solo 8, e uno è qui in Italia, si trova a Bologna e si chiama Leonardo.




 


Al di là delle opinioni e del dibattito al riguardo, l'Ai Act rappresenta un primo passo necessario verso la regolamentazione dell'uso e del training delle Ai, dove prudenza e senso critico devono prevalere sugli entusiasmi e sulle censure per evitare piccoli e grandi abusi, ma soprattutto zone grigie dove ci si accanisce sul singolo caso senza considerare la complessità dei fattori in gioco.

la copertina dell'udine comics and games fatta con l'intelligenza artificiale generativa
Organizzatori, ma chi ve l'ha fatto fare?



Perché se è vero che le Ai non hanno accezioni negative o positive per sé e tutto dipende dal loro uso, è altrettanto vero che già si sono visti parecchi episodi di uso scorretto di queste tecnologie, sia per quanto riguarda la generazione di contenuti scadenti (eh sì, il materiale per il training andrebbe vagliato) sia per il comportamento folle di molte aziende del settore bigtech, con licenziamenti en masse causati non dalle Ai, ma dalla cattiva gestione delle risorse umane post covid nel contesto tecnologico nuovo delle Ai.

Una pagina di Google con una lista di articoli sui licenziamenti delle big tech
Un'ecatombe in pratica.


Tradotto: le aziende nel Big Tech hanno assunto tanta gente ai tempi della pandemia perché c'era richiesta di servizi, non l'hanno preparata perché volevano proteggere gli utili, ora la tecnologia esplode ad una velocità incredibile, ma manca chi sa implementarla e sfruttarla al meglio, perché pochissime aziende hanno investito nella formazione del personale, imho il miglior investimento possibile in termini di ritorno.


E ora, licenziano migliaia di persone. È il capitalismo, bellezze. (e fa schifo)



 


Ai Act e la posizione di Adobe



Potremmo concludere questo paragrafo in due parole, perché come appare chiaro ormai da settembre scorso, la strada di Adobe nell'uso delle sue intelligenze artificiali è stata intelligentemente orientata ad un uso delle risorse a disposizione (in primis Adobe Stock) che rispettasse non solo criteri di qualità, ma anche le volontà dei creators in materia di diritti d'autore e training Ai.

una foto stock del cazzo con gente che sorride per finta senza guardarsi in faccia
Uau! Un gruppo di creativi che non subisce violazioni del copyright!

Come esplicitato infatti sia da iniziative autonome (come il Fair Act per incoraggiare d un uso etico e di qualità delle Ai e del training Ai), sia dalle modalità con cui hanno preso forma i contratti tra creativi e Adobe (si può decidere facilmente di non lasciare che il proprio materiale sia oggetto di training), Adobe sembra lasciare pochi dubbi circa la liceità del suo materiale creato con Firefly, al punto da aver garantito il rimborso delle spese legali nel caso in cui ci sia una violazione di copyright sui contenuti ad uso commerciale, con l'eccezione (come abbiamo buttato lì prima) di ciò che è stato generato con la versione beta...


Insomma, vi abbiamo avvisato.

un'immagine stupida con su scritto solo questo profilo è protetto dalla polizia dell'internet
OCCHIO!!!


Non ci resta che assistere a quelle che saranno le prossime novità presentate al Summit e perché no, qualche dichiarazione sul tema dell' Ai Act, il quale -che piaccia o meno- rappresenta un grosso risultato internazionale frutto di due anni di intenso lavoro, e ci auguriamo che tutte le posizioni più critiche e delicate (ben più impattanti del diritto d'autore violato) vengano davvero considerate quanto necessario e nella maniera più completa possibile.



 


Conclusioni: guarda la Luna, non il dito


E siamo arrivatə alla fine di questo lungo recap che speriamo possa esserti piaciuto e possa tornarti utile per avere più risorse atte a capire meglio quello che sta succedendo, non solo nel mondo dell'innovazione tecnologica applicata alle arti creative, ma anche allo stato del diritto quando si tratta di sistemi così complessi, dove ci sono moltissimi meccanismi di interesse economico -e geopolitico- in gioco. Noi continuiamo a mantenere un'attitudine ottimista alla questione: per noi, la competenza data dal senso critico di chi sa comprendere i cambiamenti tecnologici per migliorare la qualità del proprio lavoro resterà sempre la cosa più importante, e saremo sempre al servizio di chi vuole conoscere gli strumenti necessari a padroneggiare consapevolmente le nuove tecnologie, senza chiedere miracoli ai software.


E ora non ci resta che salutarti e dirti: parlaci, scrivici a info@teacher-in-a-box.it e facci sapere cosa ne pensi, iscriviti alla nostra newsletter cliccando il bannerino, segui i nostri webinar e soprattutto continua a studiare (anche senza di noi, ma con noi è meglio).


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